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Economia Circolare
L’Italia e la sfida dell’economia circolare: la perdita della leadership Europea

L’Italia e la sfida dell’economia circolare: la perdita della leadership Europea

Il quarto Rapporto Circonomia presentato a Roma nel settembre 2023 evidenzia uno scenario preoccupante per l’Italia nel contesto europeo dell’economia circolare e della transizione ecologica.

Fino all’anno precedente, l’Italia deteneva il primato in Europa nell’efficienza nell’uso delle risorse e nell’adozione di pratiche eco-sostenibili. Tuttavia, secondo questo rapporto, l’Olanda ha superato l’Italia in questo ambito, mettendo in luce un rallentamento significativo nella transizione verde italiana.

La fotografia attuale

Il Rapporto Circonomia, frutto della collaborazione tra diverse organizzazioni ambientaliste, dipinge un quadro critico del percorso “green” italiano. Mentre in passato l’Italia si era affermata come leader nell’uso efficiente delle risorse naturali, attualmente registra un declino in quasi tutti gli indicatori chiave, ad eccezione del tasso di riciclo dei rifiuti. Questo rallentamento è più evidente nel campo delle energie rinnovabili, con una crescita inferiore alla media europea.

1. La Posizione Attuale dell’Italia: Un Quadro Preoccupante

La recente presentazione del quarto Rapporto Circonomia a Roma ha scosso le fondamenta dell’ottimismo ambientale italiano. Fino all’anno scorso, l’Italia vantava il primato in Europa nell’economia circolare, ma ora è stata sorpassata dall’Olanda. Questo passaggio di testimone è solo la punta dell’iceberg di un rallentamento significativo nel percorso verso una transizione ecologica e sostenibile. Mentre il nostro paese continua a primeggiare solo in un indicatore su 17, il quadro generale rivela un’inarrestabile regressione in vari settori cruciali.

2. Il Contesto Europeo: Dalla Francia all’Olanda, Scenari Contrastanti

Un’analisi più approfondita delle dinamiche europee rileva che non siamo soli nel nostro declino. Paesi come la Francia, il Belgio e l’Ungheria hanno anch’essi registrato significativi passi indietro, mentre altri come il Portogallo e la Svezia hanno mostrato miglioramenti tangibili. Questa varietà di andamenti mette in luce la complessità della sfida che tutti i paesi europei affrontano nel percorso verso la sostenibilità.

3. Indicatori Chiave di Rallentamento: Dati e Tendenze

Nel confronto con il Rapporto precedente, l’Italia registra progressi inferiori o addirittura regressi in valori assoluti in tutti gli indicatori, ad eccezione del tasso di riciclo dei rifiuti. Un’espansione del consumo di materia, la produzione crescente di rifiuti, insieme all’aumento delle emissioni climalteranti pro-capite, dipingono un quadro allarmante. Inoltre, l’arretramento nell’adozione delle energie rinnovabili è particolarmente preoccupante. L’Italia mostra un incremento modesto, molto inferiore alla media europea, nella produzione di energia solare ed eolica.

4. Transizione Energetica: Stallo Critico e Criticità Strutturali

La transizione energetica è un punto nevralgico. Passare dalle fonti fossili alle rinnovabili è fondamentale per affrontare la crisi climatica, ma l’Italia si trova in uno stato di stallo critico in questo ambito. Il consumo di energia fossile, la penetrazione della mobilità elettrica e l’efficienza nell’uso dell’energia sono tutti settori dove il nostro paese sta rimanendo indietro rispetto agli obiettivi e alle tendenze europee.

5. Rischio di Inazione: Manca una Visione Strategica

Uno dei principali nodi critici è la mancanza di una visione strategica. Mentre l’Italia mostra buone prestazioni in vari indicatori, queste sono spesso il risultato di condizioni “fisiche” e oggettive anziché di scelte sistemiche o di una visione strategica condivisa. Manca un’idea di futuro che metta in sinergia decisori pubblici e privati per qualificare l’economia in direzione della circolarità e della sostenibilità ambientale, trasformandole in un vantaggio competitivo per il nostro paese.

6. Rapporto tra Regioni: Centro Italia al Vertice, Nord e Sud in Variazione

Esaminando le differenze regionali, emergono pattern intriganti. Il Centro Italia si posiziona al vertice, confermandosi come un’area che mostra una maggiore consapevolezza e capacità di risposta alle sfide ambientali. Il Sud, invece, mostra un avanzamento rispetto al Nord in alcuni indicatori, anche se rimane evidente la disomogeneità delle performance tra le macroregioni.

Questo approfondimento evidenzia la complessità della situazione ambientale in Italia e in Europa, sottolineando la necessità urgente di un’azione coordinata e mirata per invertire la rotta verso una sostenibilità ambientale autentica e duratura.

Cause della stasi

Tra le ragioni del rallentamento italiano, emerge la carenza di innovazione tecnologica e una strategia definita per la sostenibilità ambientale. L’Italia investe meno nella ricerca rispetto alla media europea, riflettendo una debolezza nella capacità di innovazione e nella progettazione di politiche sostenibili e mirate.

La Ricerca di una Soluzione

La situazione descritta dal Rapporto Circonomia richiede un’immediata azione strategica. L’Italia deve sviluppare una visione condivisa di un futuro sostenibile, coinvolgendo sia il settore pubblico che quello privato. Questa visione dovrebbe puntare a qualificare l’economia italiana verso la circolarità e la sostenibilità, trasformandola in un vantaggio competitivo.

Il rapporto sottolinea la profonda crisi nel percorso “green” italiano, evidenziando la mancanza di segnali di un’inversione di tendenza. La necessità di un cambiamento strategico e culturale è urgente per affrontare le sfide ambientali e riacquistare un ruolo guida nell’ecologia e nella sostenibilità europea.

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