• info@economiacircolaresostenibilita.it
  • Roma, Italia.
Sviluppo Sostenibile
Michael Shellenberger, un mix di negazionismo climatico repubblicano e propaganda per nuke bros

Michael Shellenberger, un mix di negazionismo climatico repubblicano e propaganda per nuke bros

Michael Shellenberger si definisce democratico e attivista per il clima anche se per lui le preoccupazioni per il clima sono sopravvalutate

Per inquadrare meglio il ruolo di Shellenberg, in quello che viene definito da alcuni ambientalismo razionale, da altri semplicemente negazionismo climatico e propaganda pronuke, bisogna risalire agli eventi che più ne hanno messo in risalto il ruolo all’interno della politica americana e mondiale, ed in particolare due episodi: la sua audizione “I devastanti effetti dei cambiamenti climatici sulla salute” e l’articolo “A nome degli ambientalisti di tutto il mondo, vorrei scusarmi formalmente per lla paura climatica che abbiamo creato negli ultimi 30 anni”.

Audizione “I devastanti effetti dei cambiamnti climatici sulla salute”

Nel 2020, una settimana dopo aver testimoniato alla commissione ristretta della Camera sui cambiamenti climatici e aver successivamente lamentato di essere stato “diffamato” da diversi membri del comitato dei democratici, Shellenberger è apparso, ancora una volta come testimone del GOP (Partito Repubblicano, popolarmente noto negli Stati Uniti come «Grand Old Party»), davanti alla commissione di sorveglianza della Camera in un’audizione intitolata “I devastanti impatti dei cambiamenti climatici sulla salute”.

Le altre quattro testimonianze di quell’udienza includevano due medici che parlavano del modo in cui gli impatti climatici, come il caldo estremo e il relativo inquinamento atmosferico da combustibili fossili, stessero letteralmente uccidendo gli americani. 

Shellenberger usò la sua testimonianza per sostenere che “l’allarmismo climatico” stesse creando problemi di salute mentale tra i giovani e che le preoccupazioni sul cambiamento climatico fossero in gran parte esagerate.

“La mia preoccupazione è per la grossolana falsa rappresentazione della migliore scienza disponibile che sta avendo questi gravi impatti sulla salute mentale”, disse Shellenberger in risposta all’interrogazione di James Comer, un repubblicano del Kentucky. Shellenberger affermava che il cambiamento climatico non è in alcun modo una crisi o un’emergenza e che “non è nemmeno il nostro problema ambientale più grave”.

Ciò è per esempio in contrasto con la dichiarazione del 2019 di oltre 11.000 scienziati in tutto il mondo che dichiarano “chiaramente e inequivocabilmente che il pianeta Terra sta affrontando un’emergenza climatica”. 

Andrebbe sottolineato che Shellenberger non ha una formazione in medicina o scienze climatiche, è solo in possesso di un Master in Antropologia.

Cambiamenti climatici e costi sociali

Prima che Shellenberger facesse questi commenti, il rappresentante Harley Rouda (D – CA ), membro del comitato di sorveglianza della Camera e presidente della sottocommissione per l’ambiente, aveva affermato che il cambiamento climatico è davvero un problema urgente e vitale per l’esistenza umana. “Coloro che si concentrano sulla minimizzazione dei rischi climatici reali hanno le mani insanguinate”. 

“I rischi di mortalità dovuti ai cambiamenti di temperatura sono un ordine di grandezza maggiore di quanto si pensasse in precedenza”, affermava il dottor Michael Greenstone, economista e professore all’Università di Chicago e coautore di uno studio sui tassi di mortalità globali previsti per l’aumento delle temperature .

Altre testimonianze dei rischi dei cambiamenti climatici durante l’audizione

Un’altra ricerca mostrava che limitare il riscaldamento globale a meno di 2°C (3,6°F) preverrebbe oltre 4,5 milioni di morti premature e circa 3,5 milioni di ricoveri e visite al pronto soccorso nei prossimi 50 anni solo negli Stati Uniti. Questi numeri, spiegava il dottor Drew Shindell, un climatologo della Duke University coinvolto in quella ricerca, riflettono una comprensione maggiore ed aggiornata della tossicità dell’inquinamento atmosferico e dei pericoli dell’esposizione al calore. Sia l’inquinamento atmosferico, che il calore estremo, derivano dalla combustione di combustibili fossili, il principale motore del cambiamento climatico.

“Come ci ha mostrato la pandemia di coronavirus, quando ignoriamo la scienza e ritardiamo l’azione, le persone muoiono”, affermò nella sua testimonianza Dr. Renee N. Salas, assistente professore di medicina d’urgenza presso la Harvard Medical School.

Diversi membri del comitato democratico fecero riferimento alle sorprendenti somiglianze tra respingere la gravità della pandemia di coronavirus e ignorare i rischi del cambiamento climatico, parallelismi che DeSmog aveva documentato in precedenti rapporti .

“Il presidente ha prima definito il coronavirus una bufala . Ha ignorato i fatti e la scienza. I nostri elettori stanno pagando con la vita i suoi fallimenti di leadership e [l’amministrazione] sta usando lo stesso schema per il cambiamento climatico”, ha affermato il rappresentante Carolyn B. Maloney (D – NY ), presidente del comitato di sorveglianza della Camera.

Shellenberger porta un messaggio fuorviante sul clima?

Shellenberger, l’unico testimone dei repubblicani nel comitato di sorveglianza della Camera, non crede che il cambiamento climatico sia una bufala. Tuttavia, il suo punto di vista è controverso: secondo lui non si tratta di un problema molto serio, questo si allinea convenientemente con l’approccio repubblicano di respingere i rischi e ignorare le implicazioni di ciò che è ormai una consolidata realtà scientifica. 

Shellenberger comunque afferma di essere un attivista per il clima da decenni e di non essere contrario all'”azione” per il clima. Ma sostiene che il passaggio dai combustibili fossili all’energia rinnovabile come il solare non è la risposta, la sua soluzione è l’energia nucleare.

Un “tecno ottimista” e ottimo comunicatore, Shellenberger è il fondatore e presidente di Environmental Progress, un’organizzazione no-profit di ricerca e sostegno alla sostenibilità che promuove l’energia nucleare.

“Ci sono tutte le ragioni per credere che le morti per catastrofi naturali continueranno a diminuire, che la produzione alimentare continuerà a crescere e che il carico globale di malattie continuerà a diminuire”, ha affermato Shellenberger durante un’altra audizione.

“C’è del vero nel fatto che non tutto è male e la nostra civiltà ha fatto molti progressi, ma ciò non significa che il progresso futuro sia garantito”, ha detto il dottor Shindell, esperto ambientale della Duke University, rispondendo alle affermazioni di Shellenberger. Il Dr. Shindell ha detto di aver lavorato ai rapporti sulla scienza del clima della principale autorità scientifica mondiale sull’argomento, il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, e ha affermato che semmai la scienza sui cambiamenti climatici è stata eccessivamente conservatrice e ha sottovalutato gli effetti che ora si stanno manifestando.

L'”allarmismo” in stile Greta Thunberg che Shellenberger critica, è basato sulla scienza climatica e l’attivista svedese per l’ambiente esorta ripetutamente i responsabili politici ad “ascoltare gli scienziati”. E mentre Shellenberger afferma che le sue conclusioni e quelli che chiama “fatti che poche persone conoscono” si basano sulla migliore scienza climatica e ambientale disponibile, gli scienziati più competenti in questi campi hanno recentemente respinto queste tesi, affermando che Shellenberger mescola affermazioni accurate e imprecise in un modo da fuorviare il pubblico.

Ad esempio, Shellenberger sostiene che il cambiamento climatico non stia intensificando i disastri naturali, un’affermazione che ha ripetuto durante l’udienza per la supervisione della Camera. “L’idea che le persone possano vedere il cambiamento climatico nei disastri naturali è completamente fallace”, ha ribadito.

“È ridicolo affermare che il cambiamento climatico non stia peggiorando i disastri naturali'”, ha spiegato Jennifer Francis, scienziata senior del Woods Hole Research Center, in una recente critica alle affermazioni di Shellenberger da parte di sei scienziati, pubblicata sul sito Climate Feedback. “Un corpo abbondante e in rapida crescita di ricerca scientifica peer-reviewed identifica numerosi modi in cui il cambiamento climatico sta aumentando la probabilità e l’intensità di vari eventi meteorologici estremi, esacerbando le inondazioni costiere e distruggendo i sistemi ecologici”.

Shellenberger difende la sua affermazione sostenendo che c’è una differenza nelle definizioni tecniche di “catastrofi naturali” e “eventi meterologici estremi”. Ma come ha scritto la giornalista climatica Amy Westervelt in un recente articolo su Shellenberger e il suo nuovo libro, “È difficile credere che Shellenberger, come uomo di comunicazione, non sappia esattamente quale impressione fa la frase ‘il cambiamento climatico non sta peggiorando i disastri naturali’ se sottoposta alla stragrande maggioranza delle persone, la maggior parte delle quali non conosce le differenze di definzione tra clima estremo e disastri naturali.

In altre parole, le affermazioni di Shellenberger sembrano fuorvianti. “Sì, Shellenberger ha selezionato alcuni punti dati”, ha scritto Westervelt . “E sì, di tanto in tanto fa salti logici mozzafiato e lascia grandi lacune nella storia.”

Questo approccio “cherry picking” è stato per tanti anni una tattica dei negazionisti dei cambimenti del clima, e questi negazionisti e scettici, inclusi i membri repubblicani del Congresso, stanno ora promuovendo attivamente Shellenberger e il suo messaggio che respingere la gravità della crisi climatica. Come osserva Westervelt, il suo approccio trasforma quella che avrebbe potuto essere una critica intelligente di alcuni valori ambientali… in uno scoglio per gli scettici del clima.

E mentre le argomentazioni di Shellenberger risuonano nelle voci di molti repubblicani al Congresso, il dottor Michael Greenstone, l’economista dell’Università di Chicago che ha pubblicato una ricerca sugli impatti sul clima e sulla salute, spiegava, durante la stessa audizione per la supervisione della Camera, che queste argomentazioni in effetti distraggono da quella he è la reale situazione economica e scientifica sul clima.

Articolo “A nome degli ambientalisti di tutto il mondo, vorrei scusarmi formalmente per la paura del clima che abbiamo creato negli ultimi 30 anni”

Il secondo episodio che ci permette di inquadrare il ruolo di Shellenberg è la pubblicazione di un articolo su Forbes, sempre nel 2020: “On behalf of environmentalists everywhere, I would like to formally apologise for the climate scare we created over the past 30 years” (A nome degli ambientalisti di tutto il mondo, vorrei scusarmi formalmente per lla paura climatica che abbiamo creato negli ultimi 30 anni).

Questo articolo fece subito molto scalpore, portando nuovamente alla ribalta le tesi di Shellenberg. Dopo poco tempo Forbes eliminò l’articolo adducendo una violazione delle linee guida per l’autopromozione.

L’articolo conteneva un elenco di “fatti che poche persone conoscono” a sostegno della sua affermazione che mentre il cambiamento climatico accade, “non è nemmeno il nostro problema ambientale più grave”.

Tra le molte affermazioni di Shellenberger, coerentemente alle sue precedenti dichiarazioni, c’era che il cambiamento climatico non stava peggiorando i disastri naturali, gli incendi erano diminuiti in tutto il mondo dal 2003, e gli incendi più pericolosi accaduti in Australia e California erano dovuti all’accumulo di legna da ardere, e più case, vicino alle foreste, non il cambiamento climatico.

Gli scettici del cambiamento climatico, accolsero e applaudirono l’articolo di Shellenberger.

Allo stesso tempo, gli esperti di scienze del clima furono ambigui, offrirono anche elogi qualificati, ma esprimendo al contempo preoccupazioni per l’impatto più ampio dell’articolo sull’opinione pubblica.

Essendosi guadagnato una fama internazionale, il contenuto di Shellenberg attirò l’attenzione del Guardian Australia, che indagò su alcuni aspetti delle affermazioni dell’antropologo.

shellenberg

Il rispettato esperto di clima del MIT, il professor Kerry Emanuel, che fa parte di una formazione di consulenti scientifici di Environmental Progress (la rivista di Shellenberg), disse al Guardian Australia di essere “molto preoccupato” per l’articolo e che si stava consultando con altri membri del gruppo prima di decidere se rimanere nell’elenco dei consulenti scientifici della rivista. Emanuel ha detto di essere entrato a far parte del gruppo di tink tank alcuni anni fa “poiché era allora una voce per un approccio razionale alla gestione del cambiamento climatico, sottolineando la necessità dell’energia nucleare come parte della soluzione – un punto su cui sono ancora molto d’accordo”.

Ma commentando il pezzo di Shellenberg, disse: “In primo luogo, nessuno ha il diritto di parlare per la totalità del movimento ambientalista”. In secondo luogo aveva ragione a richiamare le dichiarazioni estreme di alcuni ambientalisti, ma ha aggiunto: “Altrove, sbaglia alcuni dei suoi fatti”. “Ad esempio, afferma che ‘il cambiamento climatico non sta peggiorando i disastri naturali’ quando ci sono molte prove che lo stia facendo”.

I sospetti di finanziamenti da parte della lobby del nucleare

Secondo alcuni documenti finanziari disponibili al pubblico, nel 2017 Environmental Progress ha guadagnato 809.000 dollari USA da doni, sovvenzioni e donazioni.

Sempre il Guardian Australia ha inviato domande via e-mail a Shellenberger per chiarire perché Forbes avesse rimosso il suo articolo e chi finanziasse la sua organizzazione.

Una terza domanda riguardava un rapporto interno del 2017 del Nuclear Energy Institute (NEI) in cui si affermava che l’istituto, che rappresenta l’industria dell’energia nucleare, aveva “impegnato terze parti a impegnarsi con i media attraverso interviste e editoriali” e indicato Michael Shellenberger come uno di quelli che aveva ingaggiato, insieme a altri personaggi politici e di rilievo.

Novanta minuti dopo la scadenza del termine per rispondere alle domande, Shellenberger inviò una lettera al Guardian Australia dal titolo “Richiesta formale di indagine etica su Graham Redfearn” (uno dei senatori inclusi nel documento del NEI) e poi ha condiviso la lettera sui social media.

shellenberg pro nuke

Un portavoce di NEI ha successivamente dichiarato: “Il nostro impegno con le terze parti a cui si è fatto riferimento significa rimanere in contatto con persone e organizzazioni che hanno un interesse per l’energia nucleare e condividere materiali di interesse comune. Nessun pagamento è stato effettuato al Sig. Shellenberger. NEI ha partecipato e registrato le riunioni annuali che Environmental Progress ha ospitato nel 2018 e nel 2019″.

Nella sua lettera al Guardian Australia, Shellenberger aveva scritto: “Accettiamo donazioni esclusivamente da individui e organizzazioni senza alcun interesse finanziario nel nostro lavoro e pubblichiamo i nomi dei nostri donatori sul nostro sito web”. Secondo il sito web di Environmental Progress , il thinktank “non riceve contributi da società energetiche o interessi energetici”, quindi elenca una serie di individui e fondazioni che sono donatori.

Nelle domande di follow-up, Guardian Australia ha chiesto a Shellenberger di commentare le critiche da parte di alcuni dei suoi sostenitori, ma non ha ricevuto risposta.

Cosa rappresenta Shellenberger?

Oggi la comunicazione di Shellenberg, oltre a continuare a sminuire l’impatto dei cambiamenti climatici sugli eventi atomosferici, si concentra sullo screditamento delle rinnovabili (e delle voci che le difendono), sulla difesa delle fonti fossili (petrolio e gas) e sulla promozione del nucleare, come unica vera fonte di energia capace di garantire la transizione enegetica. La contiguità tra pro-fossili, pro-nuke e negazionismo climatico sembra trovare in Shellenberg un alfiere di portata planetaria, tanto da essere ripreso continuamente anche dai nuke bros nostrani.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ecotà non è una testata giornalistica, nè un prodotto editoriale. Tutti i diritti riservati.